Da un lato “
Time is Love” si presenta come una proiezione multipla attraverso la quale il suo ideatore, Kisito Assangni, propone ad ogni edizione (l’undicesima in questo caso) un nuovo gruppo di videoartisti. Né il curatore né gli artisti sono coinvolti nell’allestimento della mostra che di volta in volta raggiunge luoghi diversi con un budget ridotto. È per natura una mostra itinerante, migrante, nomade, senza legami con un luogo specifico. Una mostra clandestina, dove le regole mancano quasi del tutto.
“Time is love” si estende tra la ripetizione e la differenza che prende forma dal contesto dove si localizza.
Il tempo è amore, un titolo come un paradossale manifesto, per una mostra apparentemente senza dialogo tra ospiti (22 artisti senza alcun legame) ed ospitanti (gli organizzatori) ma che riesce nell’intento di offrire allo spettatore una serie di riflessioni legate all’identità contemporanea globale.