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Il tempo secondo Lee Wan alla 57° Biennale di Venezia

by | Ott 1, 2017 | BlogNotes

Il Padiglione Corea alla 57esima edizione della Biennale di Venezia si focalizza sulla seguente domanda: in che modo le vite dei singoli individui si relazionano con le storie nazionali?

Proper Time, un’opera di Lee Wan (1979, Seul), uno dei due artisti selezionati per rappresentare il proprio paese nella sede espositiva dei Giardini, rappresenta una delle possibili risposte. Entrando nella stanza si è accolti da 668 orologi appesi alle pareti e inscritti con i nomi, le date di nascita, le nazionalità e le occupazioni delle persone che l’artista ha intervistato in giro per il mondo. Ogni orologio si muove a un ritmo diverso, determinato dalla quantità di tempo che ogni singola persona intervistata deve lavorare per guadagnarsi un pasto.

☛ ⎡Video Credits EX-EW

 

Ogni orologio è unico, isolato in questa moltitudine ticchettante, proprio come gli individui le cui circostanze economiche sono incise e mostrate a chiunque visiti il padiglione, calcolate con una formula matematica specificatamente ingegnata dall’artista; eppure sono tutti assemblati nella stessa stanza, sfruttando ogni centimetro disponibile.

Attraverso Proper Time e avvalendosi dell’approccio documentario tipico della sua ricerca artistica – evidente anche nelle altre sue opere esposte nel padiglione – Lee Wan ci sta mostrando, discretamente e in maniera astratta, come nonostante ognuno di noi sia insostituibile e irripetibile, alla fine siamo tutti parte di qualcosa di più grande: una storia di individui regolata da poteri globali e sovranazionali alla base delle disuguaglianze economiche e lavorative del nostro tempo.

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